Di Juhie Bhatia.
Quando un amico o un parente ha un disturbo d’ansia, il vostro aiuto può rendere il loro trattamento più efficace. Ecco cosa potete fare e cosa è meglio non fare.
Può essere difficile per la famiglia e gli amici stare a guardare una persona cara che soffre di un disturbo d’ansia. La buona notizia è che ci sono cose che si possono fare per aiutarla, anche se non siete un professionista della salute. Il vostro sostegno, accanto a una buona terapia, è un importante strumento per aiutarlo a superare l’ansia.
“E’ meglio essere di supporto ed empatici, ma non insistenti e invadenti. Il modo per conoscere la zona di comfort della persona con ansia è quello di chiedere, con semplici domande dirette. Ad esempio: ‘È stato utile per te quando ho fatto o detto così-e-così? ‘ “, dice Emanuel Maidenberg, PhD, professore clinico associato di psichiatria presso l’Istituto di Neuropsichiatria presso l’Università della California, Los Angeles.
Aiutare una persona cara con ansia: cosa fare e cosa non fare
Ci sono modi specifici attraverso i quali amici e familiari possono aiutare una persona amata con un disturbo d’ansia:
Suggerite di farsi aiutare da un professionista: Se non siete sicuri se il vostro caro ha un disturbo d’ansia vero e proprio, cercate di convincerlo ad andare da un professionista della salute mentale. “Se sembra che l’ansia interferisca nella loro vita, almeno incoraggiarli a ottenere una valutazione, che può aiutare a determinare se c’è un problema o meno. L’autodiagnosi è pericolosa”, dice Curtis Hsia, PhD, professore di psicologia all’ Azusa Pacific University di Azusa, in California.
(provate a dare un’occhiata a questo altro mio articolo a tal proposito http://www.psicologagusmini.it/ansia-come-facilitare-laiuto/)
Informatevi: Una volta che sapete che tipo di disturbo d’ansia ha il vostro caro, cercate di imparare il più possibile su di esso. Questo vi permetterà di capire il problema e cosa aspettarsi durante il processo di recupero.
Incoraggiate la continuazione del trattamento: Se la persona amata è in terapia, ricordatele di mantenere gli appuntamenti e aiutatela a seguire le istruzioni del suo terapeuta. “La ricerca indica che la migliore terapia per i disturbi d’ansia è la terapia cognitivo-comportamentale”, o CBT, dice Hsia. “Se è stata scelta una terapia cognitivo-comportamentale, ci saranno compiti a casa, letture, e altro. Sostenere una persona con ansia garantisce che questo lavoro venga fatto”. Se al vostro caro è stato prescritto un farmaco per l’ansia, ricordatele di assumerlo.
Non giudicatelo. Cercate di essere di supporto e paziente, ma non giudicate o minimizzate i sentimenti del vostro amato. Ricordatevi che è necessario un pò di tempo perché l’ansia possa essere tenuta sotto controllo. Allo stesso tempo, non oltrepassare le vostre responsabilità e non sostituitevi alla persona amata. Questo le impedirebbe di sviluppare capacità di coping. “Fornite simpatia senza svolgere al suo posto quanto la persona colpita dall’ansia dovrebbe fare”, dice Maidenberg.
Non dimenticatevi delle vostre esigenze. Prendersi cura di una persona cara con un disturbo d’ansia può essere difficile, perciò siate sicuri di prendervi cura anche di voi stessi. Provate a costruire la vostra rete di sostegno e prendete in considerazione la possibilità di farvi aiutare a vostra volta (consulenza o terapia) se diventa troppo stressante aiutare chi amate. Non siate duri con voi stessi se le cose non vanno come previsto con la persona amata. “E’ normale per il caregiver sentirsi sconvolto o frustrato in alcune occasioni. Non aspettatevi di essere il caregiver perfetto in ogni momento”, dice Hsia. Inoltre, concedetevi una pausa con hobby o movimento per alleviare lo stress.
Anche se si può aiutare una persona cara a cercare un trattamento per un disturbo d’ansia e fornire il supporto tanto necessario, ricordatevi che ciascuno ha dei limiti.
“Siate di supporto quando un amico o un parente è in difficoltà, ma rendetevi conto che non siete un professionista della salute; il vostro ruolo è limitato. A volte i tifosi cercano di aiutare troppo. Il vostro ruolo è di supporto, non di trattamento”, spiega Hsia.
Leggi l’articolo in lingua originale
http://www.everydayhealth.com/anxiety/anxiety-disorders-caregiving.aspx
Considerazioni personali.
In effetti Oscar Wilde affermava:
“Spesso capita che con le migliori intenzioni si ottengono i peggiori risultati”
La tendenza di chi ha paura è quella di continuare a socializzare il suo problema e di chiedere frequentemente aiuto. Tale modalità ha come effetto contrario proprio quello di mantenere il problema. Chiedere può diventare l’alibi per non affrontare il proprio demone interno o di scaricare la responsabilità su colui che ha consigliato. Inoltre, rendersi sempre disponibili a persone ansiose può portare all’esaurimento delle vostre energie. Potrebbe essere molto più utile concedere un tempo prestabilito di circa mezz’ora ogni giorno, durante il quale la persona che soffre di ansia possa raccontarvi di tutte le sue paure e voi lo ascolterete in religioso silenzio. Ma fuori da quel tempo siate fermi. Non concedete indiscriminatamente il vostro ascolto. Così non alimenterete il problema (come il fertilizzante di una pianta) e preserverete le vostre energie.
dott.ssa Elisabetta Gusmini
Psicologa Treviglio