Ansia sociale, detta anche fobia sociale, consiste nel temere che le proprie prestazioni, anche le più quotidiane, possano esporci a valutazioni negative da parte degli altri.
La persona che soffre di ansia sociale crede che il suo comportamento venga considerato negativamente dagli altri e di essere per questo rifiutato. Ha profondamente paura perciò del giudizio di chi lo circonda.
Le persone che soffrono di ansia sociale si caratterizzano per il fatto di essere molto attenti alle loro attivazioni fisiologiche, si preoccupano per l’esito delle loro prestazioni e della percezione che gli altri hanno di loro. Tale valutazione li porta a vivere una escalation di ansia con conseguente chiusura per evitarla. Il fobico sociale perciò fugge ed evita tutte quelle situazioni che potrebbero provocargli ansia.
Come è evidente questo comporta dei costi sociali notevoli nella vita della persona.
A onor del vero, il fobico sociale non ha semplicemente paura del rifiuto (che questo possa ipoteticamente verificarsi), ma è estremamente convinto che avverrà. E’ sicuro in partenza che l’altro lo giudicherà male.
Perciò tende a porsi nei confronti degli altri in maniera diffidente e sospettosa, creando proprio ciò che vorrebbe evitare: il giudizio negativo.
Se ti poni e proponi con sguardo cupo, come credi reagiranno gli altri? Se tu ti proponessi sorridendo?
Tale disturbo quindi è qualcosa di molto diverso dalla semplice timidezza.
E’ normale essere nervosi prima di un esame o prima di un colloquio, ma se si soffre di ansia sociale, si sta così male da inficiare la performance, ci si preoccupa settimane prima, si tende ad evitare tanto che posso non presentarmi affatto all’appuntamento.
Inoltre posso provare difficoltà nella respirazione, sentire un senso di oppressione al petto, sudare più del dovuto, sensazione di vertigine e svenimento, disturbi di stomaco e nausea. Può arrivare a vivere attacchi di panico.
Le situazioni temute possono essere diverse:
-parlare davanti ai membri della famiglia, amici o sconosciuti;
-essere osservato;
-fare telefonate;
-frequentare locali affollati;
-affrontare dei colloqui di lavoro;
-dover sbrigare faccende in locali pubblici;
-conoscere nuove persone;
-fare o accettare complimenti;
-esprimere le proprie opinioni;
-…
Qui un paio di link a dei test che ti aiuteranno a misurare il tuo grado di ansia sociale (test 1, test 2)
Riassumendo:
Ciò che scriverò qui non sarà sicuramente esaustivo e non ha la pretese di risolvere un problema che magari è radicato in te da tempo. Provo comunque a porti una serie di domande, che spero possano aiutarti a riflettere e incoraggiati a rivolgerti ad un terapeuta se il disturbo è ormai diventato per te insostenibile.
Quindi, è possibile che gli altri giudichino in modo non favorevole un tuo pensiero o opinione? Possiamo esserne totalmente immuni?
Hai le prove per poter dire che questo accadrà tutte le volte che ti dici o fai qualcosa?
Ci sono state delle eccezioni?
Dal tuo punto di vista, ogni volta che rinunci a dire o fare qualcosa per paura del giudizio degli altri, la stima di te stesso, aumenta o diminuisce? Il tuo senso di incapacità accresce o decresce? Sarà più facile o difficile esporsi la prossima volta?
Ora provo a raccontarti un aneddoto:
“Un signore entra in un locale pieno di gente, ma è convinto che tutti ce l’abbiano con lui. Così si muove rigidamente e si guarda attorno circospetto, per tenere sotto controllo tutte le possibili minacce derivanti dalle persone presenti. Le persone del locale, che si stavano facendo i fatti loro, vedono entrare una persona che le ‘guarda male’, sulle difensive, e pensano: ‘Cosa vogliono quello da noi?’ La loro reazione è di rispondere sullo stesso tono. Così il signore ha la conferma che tutti ce l’hanno con lui e lo rifiutano!”.
(in Non c’è notte che non veda il giorno, di Giorgio Nardone)
Può essere una visione alternativa di quanto ti accade?
Che fare allora?
Prova a comportarti come se fossi sicuro di essere considerato una persona desiderabile, che piace.
Non sai come? Prova ad osservare, come se fossi un antropologo, le persone che dal tuo punto di vista sono vincenti: come si comportano? Di cosa parlano? A che distanza si pongono dalle altre persone? Guardano negli occhi l’altro oppure no?
Una volta osservati, prova a mettere in ordine su una scala da 1 a 10, dal più facile al più difficile, tutti i comportamenti e prova a mettere in pratica il più semplice per te. Una volta che l’avrai fatto e ti sarai esercitato per un po’ di giorni passa al successivo e così via.
Qui puoi ascoltare un’altra storia sul tema e qui puoi ascoltare altri suggerimenti.
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Buon lavoro!
Dott.ssa Elisabetta Gusmini
Psicologa Psicoterapeuta Treviglio