Depressione: come imparare a stare meglio?

Depressione: come imparare a stare meglio?L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pronosticato che i disagi più diffusi entro il 2020 saranno di natura cardiovascolare e psichica, in particolare la depressione.

Quest’ultima è un disordine che più colpire chiunque e non guardare in faccia a nessuno, a ogni età, bambini, adolescenti e anziani, uomini e donne.

Secondo Micheal D. Yapko, psicoterapeuta e ricercatore californiano, esperto nel trattamento in tempi brevi della depressione, i fattori che hanno condotto questo problema ad essere così importante sono di natura sociale piuttosto che biologica.

La depressione sembra essere la conseguenza di modi disfunzionali di interpretare e reagire alle esperienze. Chi soffre di depressione appare carente di strategie per affrontare la vita e si lascia ingabbiare da modalità di pensiero assimilate acriticamente da una credenza culturale errata o giunge a una conclusione sbagliata a proposito di un’esperienza.

Di fatto è stato osservato che il tasso di depressione è aumentato di parecchio nelle persone nate dopo la Seconda Guerra mondiale e aumenta con l’avvicinarsi della cultura a quella degli Stati Uniti. Questo a dimostrazione del fatto che la depressione non ha un’origine solamente fisica o biologica, ma al contrario, pensieri disfunzionali, comportamenti non appresi, difficoltà a instaurare relazioni efficaci e soddisfacenti giocano una parte importante.

La buona notizia è che, sempre secondo il dottor Yapko, nuove modalità di pensiero e di relazione possono essere imparate! E questo mi sembra davvero importante!

Fino a che punto infatti è utile fermarsi ad analizzare le cause? Fino a che punto ci serve comprendere il perché e le origini del problema? Una volta riconosciuto, è sano focalizzarsi su tale aspetto? Possiamo cambiare il nostro passato?

…ma il futuro è nelle nostre mani, e comincia dai piccoli passi di ogni giorno.

Vogliamo quindi incominciare a vedere come?

Un “esperimento” potrebbe essere quello di imparare da chi è riuscito in “quel qualcosa” nel quale noi ci sentiamo carenti.

Prova perciò a pensare ad un problema che NON sia particolarmente coinvolgente per te. Perché un sentimento depressivo può mantenersi nel tempo a causa delle “piccole” incapacità che sentiamo di avere alle quali non diamo una risposta operativa.

Può quindi andare bene come esempio, l’essere organizzati in modo tale da avere una cena in tavola tutte le sere senza doversi affannare ad inventare all’ultimo secondo?

Perfetto! Ora prova a pensare a una decina di persone alle quali poter chiedere, in privato, COME si sono organizzate per affrontare la questione. Ogni tua domanda, SPECIFICA e CONCRETA, dovrà iniziare con il COME.

Questo ti permetterà di concentrarti sulle STRATEGIE e non sul perché, sulle possibili SOLUZIONI e non sul problema.

Quindi ecco degli esempi.

Come fai a scegliere il menù? Come concordi il menù con coloro che abitano con te? Cosa succede quando non hai voglia di cucinare? Come riesci a cucinare comunque? Come organizzi la spesa? Come fai quando non vuoi uscire a farla? Come decidi che la qualità della cena è appropriata per tutti i membri della famiglia?

Per essere ancora più efficace prova a sottoporre le tue domande sia a persone a cui piace cucinare e a persone a cui non interessa molto. Probabilmente avrai l’occasione di imparare molti stratagemmi.

Mi fai sapere come è andata?

Dott.ssa Elisabetta Gusmini

Psicologa Treviglio

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