Con la nascita di un bambino, soprattutto se il primo, nascono anche una mamma, un papà, e generalmente quattro nonni. Tutti da questo momento sono impegnati a rinegoziare le loro relazioni, i loro spazi e confini. Se questo processo per alcuni è semplice, per altri può risultare piuttosto complesso.
Il miglioramento delle condizioni di vita, i profondi cambiamenti avvenuti all’interno della società e della famiglia fa si che i nonni siano, al momento attuale, generalmente in buona salute, giovani, in alcuni casi ancora lavoratori, indipendenti.
Diversamente da un tempo i nipoti erano tanti e i nonni pochi; oggi non è raro trovare la situazione contraria, cioè che quattro nonni si dividano un nipote. Questo ha delle ricadute importanti sulle relazioni.
Non esistono modelli con cui confrontarsi, la tradizione che vedeva il nonno patriarca, depositario di saggezza e cultura non viene in aiuto. Il nonno di oggi si muove, a volte smarrito in un contesto multiculturale e multimediale che fatica a comprendere: il suo ruolo oggi è tutto da inventare. Questo fa si che spesso il loro ruolo venga percepito come poco chiaro.
Di fatto convivono tanti modi di essere nonno: ci sono i nonni giovani come quelli più anziani, ci sono nonni in salute, come nonni bisognosi di cure, nonni lontani e nonni vicini. Ciascuno risponde in modo diverso al suo essere diventato nonno: ciascuno ugualmente valido.
C’è chi svolge questo ruolo per le ricorrenze, magari a causa di una distanza geografica, chi al contrario è coinvolto giornalmente nella crescita dei propri nipoti.
Alcuni nonni accolgono con entusiasmo il loro nuovo status, altri ne sono spaventati. Da un lato vorrebbero il completo benessere per i piccoli dall’altro possono temere di non esserne all’altezza.
L’arrivo di un bambino rinnova la vita, la gioia, i ricordi di infanzia. I nonni rivivono la loro maternità e paternità, spesso liberi dalle incombenze lavorative. Questo li mette in una condizione privilegiata. Possono rispolverare i racconti di un tempo, i giochi, le loro esperienze e conoscenze. Se i nonni sanno mettersi in questa dimensione, senza la paura di non essere abbastanza, per i loro nipoti è una gioia incontrarli! I bambini non vedono le rughe, capiscono più di quanto si creda gli acciacchi e le menomazioni, e non sono per loro elementi di valutazione. Un racconto, un disegno, un gioco da tavola, non ha bisogno di gambe agili e scattanti. I nonni sono il ponte con la storia, e i bambini sono affascinati da questo mondo antico che non hanno conosciuto.
I nonni possono essere un valido punto di riferimento. Di fatto nel corso della vita ci possono essere degli imprevisti come il divorzio, la malattia o la morte di uno dei genitori: in queste circostanze i nonni possono rappresentare un porto sicuro. Ma lo sono anche in situazioni più usuali.
I nonni sono custodi di valori e tradizioni che possono sembrare sopite.
L’arrivo di un nipote cambia le relazioni esistenti e imparare a districarsi non sempre è semplice. La sfida è saper mantenere la propria identità generazionale nonostante le circostanze possono richiedere l’assunzione di compiti nuovi. Non c’è nulla di scontato. Le relazioni si costruiscono con dedizione, impegno, pazienza, divertimento.
L’arrivo di un nipote sancisce, con ancora più forza di prima, le nuove responsabilità dei figli diventati adulti, ora neo-genitori. Può accadere che i nonni nel desiderio di dare una mano possano diventare invadenti e i genitori possano apparire incapaci di gestire la nuova situazione.
Il rischio è che dinamiche non risolte possano inficiare la costruzione dei nuovi legami. Involontariamente si può usare il nuovo nato per ripicche, per cercare di saldare conti in sospeso, per sfogare un’antica rabbia, per esorcizzare la paura di restare soli, tutte azioni che contagiano, minandoli, i rapporti.
Divenire adulti e in particolare genitori significa diventare autonomi, separarsi emotivamente, aver saputo “aggiustare” le incomprensioni reciproche, accettare l’ineluttabilità di alcuni aventi, costruirsi una nuova strada. E la separazione paradossalmente è la base per la continuazione del legame originario, ovvero fornisce la possibilità di ricostruirlo su nuove basi.
Nei rapporti famigliari essere adulti consapevoli è difficile per tutti. Ma vale la pena tentare.
Un’interessante ricerca condotta dai proff. Mario Gecchele e Giovanni Danza i cui dati sono raccolti in un saggio dal titolo “Nonni e nipoti: un rapporto educativo” (Ed. Rezzara, Vicenza, 1993) traccia le linee ipotetiche del nonno ideale che qui riporto integralmente: “Tale figura, uomo o donna, considerata la loro complementarietà nella relazione con i nipoti (pur riconoscendo alla nonna un impegno più intenso) ha un’età compresa tra i 65 ed i 74 anni, dimostra di aver intrapreso e accettato positivamente la propria vecchiaia, vive con il coniuge, vicino, ma non insieme a figli e a nipoti, risiede in una zone periferica; il suo livello di istruzione è medio. I nipoti sono fanciulli tra i sei ed i dieci anni di età; egli li incontra spesso, motivato sia da necessità contingenti (offrire aiuto ai figli) che dal desiderio di stabilire legami affettivi; pur amando e ricercando la compagnia dei propri nipoti, tale nonno non si assume responsabilità educative onerose, si limita a proporsi come sostegno utile per i genitori. Il nonno ideale è una persona disponibile a collaborare, ad offrire consigli alla generazione di mezzo sui problemi dell’educazione nel rispetto delle scelte operate dai genitori. Egli ricava soddisfazione dal rapporto con i nipoti al di là dell’efficacia della sua azione educativa; ritiene contemporaneamente un piacere ed un dovere il dedicare tempo ai bambini dei suoi figli; sa rapportarsi con loro dimostrando intraprendenza e dinamicità, privilegiando le modalità ludiche e la trasmissione del proprio vissuto e di quello della famiglia; egli percepisce, quale aspettativa principale dei nipoti, il bisogno di ricevere affetto e comprensione, ma è sensibile anche alla richiesta di doni, che gli appaiono utili come mezzi per rafforzare la relazione”.
Detto questo credo che tenere in considerazione alcuni aspetti sia fondamentale per costruire un rapporto speciale:
In conclusione, ciò che rende salda la relazione nonni-nipoti è il rispetto delle generazioni e dei ruoli di ciascuno, la ricerca di dialogo anche con mezzi tecnologici, la disponibilità all’ascolto. La relazione nonni-nipoti non dipende da una malattia, da una menomazione, dalla distanza geografica.
Perciò nonni, Grazie di esistere!
dott.ssa Elisabetta Gusmini
Psicologa Treviglio